“Ora sono tutti molto quadrati, sono tutti amici! Una volta il derby era molto sentito, il derby era il derby! Era una “guerra” ci si dava dentro fino alla “morte”. Ho visto l’ultimo derby a S.Siro, di una noia pazzesca. Una rilassatezza incredibile. Sembrava una partita come le altre. Non deve essere così. Nel derby ci devi mettere il cuore, il sudore e il sangue… tutto!” (N. Berti)
“Una guerra dove ci si dava dentro fino alla morte” esordiva cosi Nicola Berti in un post derby di inizio secolo.. Perché un derby è una guerra? A proposito di derby, Riccardo, il nostro taste explorer di punta, ci manda queste riflessioni.
Domenica scorsa a Milano è stato ancora derby Inter Milan.
Come sempre è stato preceduto, ma soprattutto seguito, da discussioni e polemiche roventi. Un tifoso non ammetterà mai che l’altra squadra sia più forte della propria, il rigore c’era o non c’era, il tifo rende la capacità di giudizio pressoché nulle.
Simile al tifo è il campanilismo, modo di vedere le cose altrettanto miope e privo di obiettività.
Quindi meglio Inter o Milan oppure, cambiando terreno, meglio il lardo di Colonnata o quello di Arnad? Più buono il prosciutto di Parma o quello di San Daniele? La mozzarella di Bufala o il Fiordilatte? Il salame di Felino o quello di Varzi?
O addirittura, visto che si sta giocando anche la Champions League, meglio il prosciutto di Parma o il Patanegra? Più buone le acciughe di Cetara o quelle del Mare Cantabrico? Il Gorgonzola, il Roquefort o lo Stilton?,
Per carità, stiamo parlando di squadre, ops scusate, di prodotti eccellenti, con migliaia di anni storia, con consorzi che li proteggono e li certificano, perché ridurre tutto ad un banale derby? Se sono in Val d’Aosta mangerò il lardo di Arnad e logicamente lo troverò eccellente e non mi passerà neanche per l’anticamera del cervello di pensare se sia meglio di quello di Colonnata. Così sarà quando saró a Carrara, in Estremadura o a Leicester.
Impariamo a superare i muri costruiti dal tifo o dal campanilismo, basta luoghi comuni, andiamo oltre, superiamo le barriere, tutte però, proprio tutte.
E soprattutto basta muri.