L’uomo da trecento ottantadue milioni

Asciutto ma esplicativo, ermetico ma empatico.

Sundar Pichai è il numero uno di Google, l’azienda che più di tutte diffonde conoscenza, l’azienda che risponde ad ogni domanda.

Apparentemente Sundar è il numero uno di un servizio di pubblica utilità democratico e utile ma assolutamente tutto ciò che mostra non è gratis! Tutt’altro!

Poche persone conoscono fino in fondo come funziona Google ed io sono la persona meno indicata per parlarvene, i meccanismi che regolano la pubblicità ed i guadagni derivanti per l’azienda di Pichai sono argomento delicato spinoso sia in materia fiscale ma anche in materia di privacy.

I profitti e la conoscenza degli utenti impressionano perché Google riesce a decifrarli più di quanto non riesca a fare qualsiasi testata quotidiana.

I risultati di Google sono pazzeschi: cresce del 42% in click pagati ma oggi la mia attenzione è caduta solo sulla figura del suo condottiero. Vorrei curiosamente capire cosa mangia Sundar Pichai e quali caratteristiche fanno di lui l’uomo da 382 milioni in azioni.

Google New Superpower

Una settimana da incorniciare per il numero uno di Google, mercoledì scorso, 23 Aprile 2018 gli sono stati conferiti i titoli azionari assegnati poco prima della promozione a CEO. Qualsiasi siano i numeri, del suo primo trimestre 2018, il suo portafoglio sarà decisamente molto più gonfio!  Il manager sta per incassare (sotto forma di azioni) una delle somme più importanti mai conferite a un amministratore delegato; 353.939 azioni assegnate e vincolate, poco prima della promozione a ceo nel 2015. Titoli che mercoledì, appunto, gli sono stati conferiti.

La copertina di Forbes

Sundar è definito un profeta della chiarezza con uno stile di leadership esemplare. A detta di Forbes (Link), è in grado di rendere semplici anche le cose più complesse. Questa dote in Google ma anche in tutte le altre aziende e in quasi tutti i ruoli professionali è meravigliosa. Anche in cucina rendere un piatto elaborato e complesso replicabile a casa da tutti è una dote meravigliosa.

Questa cosa è segno di una elevata padronanza dell’argomento e di una spiccata dote empatica che carattizza il buon manager ma anche l’abile chef-istruttore.

Un abile professionista ispira e come nel caso di Sundar da cui c’è davvero molto da imparare, bisogna lasciare ampio spazio di creare e fare errori ai propri collaboratori. Sundar definisce questo nel suo stile comunicativo, nelle sue presentazioni abbonda di spazi bianchi o chart vuote, con poche, pochissime parole descrive il cuore del messaggio e indirettamente queste diventano il messaggio stesso. Se mediamente nelle presentazione powerpoint ci sono contenute circa quaranta parole in quelle di Pichai quaranta parole non compaiono nemmeno in tutto il documento.

Questa caratteristica la ritrovo nei corsi di cucina di Danilo Angè, Fabio Zago e Antonio Marchello penso esattamente ai loro corsi perché tra tutti quelli frequentati trovo le loro spiegazioni maggiormente sintetiche ed efficaci.

Per degli chef, che generalmente non stanno davanti a platee di investitori o consigli di amministrazione, essere capaci di trasmettere concetti chiari con poche parole oppure piatti complessi con efficacia e semplicità è una grande dote. 

Le origini di Sundar sono nel sud dell’India, nell’area subtropicale, dove generalmente il carattere degli indiani diventa più vitale, focoso, effervescente e cocciuto.  Esistono diverse ragioni per spingersi fino a dove Pichai è nato, nel Tamil Nadu, una a di queste è la gastronomia.

La regione del sud conserva ancora le caratteristiche peculiari della civiltà dravidica, che si riflette nella lingua, nella letteratura e nel cibo.

La cucina Tamil si caratterizza per una grande variante di piatti a base di verdure e legumi. Spesso, in paesi e posti molto piccoli, la vegetariana è l’unica alternativa possibile. Come alternativa alla carne, molti ristoranti servono deliziose omelette o per colazione dei condimenti a base di frutta e verdure.

Il riso è l’alimento principale di questa regione; lo si trova Byriani (cucinato o speziato alla maniera turca) o Pilao, il riso accompagna sempre la portata principale. Quanto alle spezie, tra le varie specie proposte, nel Tamil è il Tamarindo che la fa da padrone, per conferire ai piatti un sapore piacevolmente acidulo.

Chutney al mango:

Ingredienti: 
> 2 manghi acerbi, il frutto non deve essere maturo perché deve avere un sapore aspro, 
> 3 dl di aceto di vino bianco,
> 1 cipolla,  
> 250 grammi di zucchero di canna, 
> 1 spicchio d’aglio, 
> 1 cucchiaio di radice di zenzero grattuggiata, 
> 1 cucchiaino di curcuma, 
> un peperoncino piccante,
> un pizzico di sale.

Preparazione: sbucciare i manghi, ridurre la polpa a dadini e tritare finissimamente la cipolla, l’aglio e il peperoncino; mettere il tutto in una casseruola, insieme al trito di aglio, cipolla e peperoncino, aceto e sale e far cuocere a fuoco lento, sempre mescolando, per circa un’ora e mezza. Il chutney è pronto quando si ottiene un composto solido, ma non troppo.

Versare il chutney ancora caldo in vasetti sterilizzati e asciutti, chiuderli ermeticamente e lasciarli raffreddare a temperatura ambiente, capovolti. Per maggiore sicurezza, una volta riempiti con il chutney, è preferibile sterilizzare i vasetti in acqua bollente, per 20 minuti circa.

Il chutney, come la maggior parte delle conserve fatte in casa, deve essere consumato entro un anno: è importante quindi mettere un’etichetta sui vasetti con la data di scadenza. 

Il popolo del Tamil ha rifiutato addirittura di parlare hindi, la lingua più diffusa dell’intero territorio indiano. Queste caratteristiche d’orgoglio cosi marcate lo rendono un condottiero capace di scalare i vertici aziendali.

Alla faccia del multitasking ha compreso e realizzato che il cervello può o leggere o ascoltare e questa è la spiegazione del suo profilo “asciutto” e degli spazi bianchi nelle slide!

Io, nel mio piccolo, cercherò ove possibile di mettere in pratica questa “sintesi efficace” nel mio lavoro quotidiano ed anche nei miei piatti in cucina.  Grazie.

Tra i vari Blog di Viaggio ho scelto di segnalarvi questo di Elisa e Luca, non li conosco personalmente ma leggendo il loro articolo avrei fatto una piccola valigia e sarei partito per il paese si Sundar!

 

 

Mindfoodman Lorenzo Natolino

Semplicemente Mindfoodman Un uomo che in cucina si prende consapevolmente cura di sè, della sua famiglia e dei suoi simili.