L’acqua è un bene di valore inestimabile perché fonte di vita, la possibilità di disporne con facilità nelle nostre abitazioni ci induce spesso sottovalutarne l’importanza.
Concentrati nel migliorare le condizioni della nostra vita ci stiamo lentamente dimenticando che l’acqua è una risorsa che deve essere gestita con molta accortezza e responsabilità: non solo evitando gli sprechi, ma proteggendola da fonti di inquinamento e sfruttandone le uniche caratteristiche.
Partendo semplicemente da questo scenario, non vorrei oggi aggiungere ansia alla scarsità della risorsa acqua, ma semplicemente analizzarne due casi in cui una corretta valorizzazione e scelta delle componenti micro-bilogiche può davvero fare la differenza nei prodotti che portiamo quotidianamente in tavola o meglio ancora offriamo ai nostri clienti.
Sia essa, tonica in un cocktail o un’acqua potabile pubblica nell’impasto di una piada, il valore che la componente acqua attribuisce al prodotto finito è elevatissimo, molto più alto di quello che si possa pensare.
Sei alla ricerca del Gin Tonic perfetto? Va bene, ma se tre quarti del tuo cocktail è costituito da acqua tonica, fa’ che questa acqua tonica sia davvero all’altezza del gin di lusso che utilizzi.
Partendo da un gin e abbinando dieci toniche differenti, si ottengono assolutamente dieci drinks veramente diversi tra loro e questo è un esperimento che un buon barman come Andrea Serafini (Time Out Lounge Cafè) propone per far capire l’importanza del giusto abbinamento.
Per questo motivo, nel 2004, Charles Rolls e Tim Warrillow decidono di produrre un’acqua tonica, usando solo ingredienti freschi e naturali: la Fever-Tree. I
l nome deriva dall’albero di Chinchona (l’Albero della Febbre) dal quale si estrae il chinino: farmaco utilizzato per la cura della malaria, oltre che l’ingrediente che dà la punta d’amaro alla bevanda.La loro acqua è di sorgente inglese e il chinino è esclusivamente di una zona tra il Ruanda e il Congo.
Per conoscere meglio l’accostamento Gin/Tonica, Andrea ci propone di iniziare da un Gin Mare:spesso viene proposto con Fever Tree Mediterranean.
Questo abbinamento non crea contrasti, tra i due elementi, ma che favorisce i sapori di gin e tonica che vanno nella stessa direzione.
Essengo il gusto e l’abbinamento una questione di percezioni personali come la scelta di un ingrediente nella piadina, c’è chi ritiene questo abbinamento monodirezionale e predilige invece l’abbinamento Gin Mare + Fever Tree Indian, poiché si crea quel giusto bilanciamento tra i sapori più morbidi e delicati del gin e qualche nota più tagliente della tonica.
Oggi la proposta del Time Out Lounge Cafèper Gin Mare & Tonic è questa:
“Salty & Smoked” —>. Botaniche costiere, dettagli floreali e terrosi, accompagnati da un lungo ed intenso finale salato ed affumicato.Gin Mare, Tintura di Rosa, bitters al sedano, sale affumicato al ginepro, lime, salvia.
Dal punto di vista del gusto e delle qualità organolettiche, anche per una sana piadina senza conservanti ed additivi vale la stessa cosa di un buon gin tonic.
L’acqua, dopo la farina, anche in questo caso, è l’ingrediente fondamentale per far sì che l’impasto per realizzare una autentica piadina romagnola sia quello corretto.
Ci sono molte caratteristiche che deve avere un’acqua per poter essere utilizzata, come ad esempio la durezza, l’acidità e la quantità degli elementi disciolti in essa naturalmente. La durezza delle acque romagnole, ad esempio, è molto alta ed è impossibile trovare dal rubinetto di Milano, un’acqua adatta alla realizzazione della piada, che miscelata con la farina produca un impasto il più possibile vicino a quello originale.
Ecco che Adamo e suo fratello per la loro piadineria Mast Good effettuano una scelta controcorrente, la acquistano, dopo averla a lungo ricercata, simile dal punto di vista microbiologico a quella pubblica di Cesenatico.
Questo è il motivo che rende i loro impasti autentici e davvero così vicini a quelli originali della Romagna. Non potendo cambiare l’aria, la qualità della loro acqua renderà perfetto il loro impasto.
Chiaramente oltre all’acqua, l’attenzione dei fratelli Mastrangelo, è focalizzata alle materie prime con la quale confezionano i loro prodotti.
Tra le tante proverei questa: Carpaccio, rucola, crema di carciofo, grana padano dop e olio evo oppure un fantastico crescione con salsiccia, pesto, patate e mozzarella.
Oggi abbiamo “coniato” un bel binomio cocktail-piada; chissà che questa non possa essere la nuova frontiera dell’aperitivo e che oltre alle stupende birre artigianali in futuro non possa essere un nuovo modo di gustarsi la piada per nutrirsi di emozioni.
Mi prendo l’impegno di riunire in un evento Andrea & Adamo, voglio metterli in contatto e organizzare un piada&cocktail!
Nei prossimi post relativi all’acqua vedremo anche l’importanza e l’utilizzo della risorsa nella fase di produzione e maturazione dei prodotti per comprendere e conoscere sempre più aspetti legati a questa meravigliosa risorsa.
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