Viaggio nel regno della “regina delle mele”
La gran parte della produzione campana arriva dai Campi Flegrei, dall’Aversano, dall’Alto Casertano e dal “quadrilatero” formato dai centri di Valle Maddaloni (ancora in provincia di Caserta) e di Sant’Agata dei Goti, Melizzano e Dugenta (i primi paesi del beneventano). E’ qui il regno di questo antichissimo e saporito frutto, rappresentato da bancarelle che espongono grandi ceste di mele, che a suo tempo colpirono particolarmente anche Eduardo De Filippo. così narrò: “In questi luoghi, vedi una processione di carretti carichi di mele rosse che mandano un profumo per tutta la campagna: quelle di prima scelta vengono a Napoli, e da Napoli se ne vanno per il mondo, e quelle piccole, bacate, restano in paese, per la gioia dei porci, e per sfamare noi.”
Oggi mi colpisce molto il fatto che parliamo di un frutto che ha rischiato addirittura di scomparire, considerata bruttina e poco commerciale (manco fosse Fedez delle mele..) l’annurca è stata pressa d’assalto dalle “nuove mele”, soprattutto quelle che arrivavano dal Nuovo Continente, più “belle” e soprattutto di più facile produzione.
Negli ultimi anni, poi, la rivincita, come spesso succede nelle favole a lieto fine, perché oggi ha conquistato le tavole dei gourmet più esigenti, tanto che oramai in riferimento alla mela annurca si usa contraddistinguerla con la definizione di “regina delle mele”.
Tra i banchi frutta dei supermercati, per coloro che riescono ad andare oltre l’apparenza ecco aprirsi un ventaglio gustativo senza confronti: dolce, succosa, aromatica, piacevolmente acidula e soprattutto con la particolarità di mantenere per lungo tempo queste unicità organolettiche.In genere la maturazione ottimale delle annurche arriva a metà dicembre, proprio in tempo per il periodo natalizio: non a caso costituiscono il modo migliore con cui in Campania terminano i pranzi e le cene festivi.
Dalla raccolta al termine dell’arrossamento le mele vengono girate (“passate”) diverse volte, in media ogni 8-15 giorni. La faticosa pratica per la maturazione e il laborioso processo per l’ottimale conservazione presentano notevoli costi di produzione rispetto alle mele che finiscono sul mercato subito dopo la raccolta. E’ proprio l’arrossamento nei “melai” che esalta le caratteristiche qualitative della mela annurca, conferendole quei valori di tipicità che nessun altra mela oltre può vantare.
Mela Annurca per chi vuole approfondire: diciottesima edizione della ‘Sagra della mela annurca L’appuntamento è: da venerdì 22 a domenica 24 ottobre.
Oltre al classico fine pasto ho provato una ricetta mixata alla zucca e agli anacardi:
La classica crema di zucca può essere arricchita con della mela adatta alla cottura che dia una certa acidità e anche un ulteriore dolcezza alla preparazione. Personalmente posso dire che il connubio è stato perfetto, promosso ci stà. Per dare una consistenza diversa ho aggiunto un elemento croccante senza nemmeno tostarlo, l’anacardo molto semplicemente tritandolo insieme all’aggiunta di un goccio di olio al peperoncino, capace di dare una leggera nota piccantina al tutto.
Crema di zucca, Mele annurche e Anacardi
Ingredienti: 200 gr di zucca mantovana, 2 mele annurche, 1 litro di brodo, 2 carote, 1 sedano, 1 scalogno, sale e pepe, 1 cucchiaio di anacardi sbriciolati, olio extravergine d’oliva e un goccino di olio piccante al peperoncino.
Procedimento: Tagliare il sedano, le carote e lo scalogno a pezzetti e metterli in una casseruola con dell’olio. Cuocere qualche minuto e poi aggiungere il brodo. Tagliare la zucca e le mele aggiungere anche queste al tegame. Coprire di brodo aggiungere un po’ di sale e lasciar cuocere per almeno 30 minuti. Controllare che tutte le verdure siano diventate tenere prima di frullare la zuppa per ottenere la crema.
Assaggiare aggiustare di sale, pepe e servire in ciotole con anacardi sbriciolati e un giretto d’olio piccante a crudo.
Buon Appetito Foodlovers!