Il mio viaggio in Calabria lo ricordo ancora oggi a distanza di 38 anni; arrivo alle porte di Taranto dopo aver fatto 990km di A14 da Milano e il primo cartello segnaletico per la Reggio Calabria via SS106 riporta 397KM (vedi la mappa qui sotto).
Era mattino presto avevo viaggiato tutta la notte con la mia Fiat 127 senza aria condizionata e non vi nascondo che sono stato assalito dallo sconforto.
Una cosa però ho imparato che la Calabria è veramente lunga sia che tu venga da est (A14) o da ovest facendo la A1+A3.
Alla fine di questo viaggio però c’è stato il premio un piccolo angolo da cartolina dove ancora oggi trascorro le mie vacanze estive in questo piccolo paese dell’alto ionio il cui simbolo conosciuto in tutto il mondo è un castello svevo arroccato a picco sul mare, il Castrum Petrae di Roseto Capo Spulico, terzo paese della costa ionica in provincia di Cosenza.
Questa lunga e annuale frequentazione mi ha permesso di fare inizialmente del turismo eno-gastronomico e successivamente attività di scouting (esplorazione), andando a scoprire quei posti che rappresentano le eccellenze delle regione, sconfinando anche nella vicina Lucania, denominata Magna Grecia che va da Metaponto alla piana di Sibari. Tutto quello che scriverò nei vari articoli, fanno riferimento a questo territorio che oggi si chiama Alto Ionio.
I cibi che rappresentano la Calabria a livello internazionale sono prodotti conosciuti; a cosa mi riferisco?
Il peperoncino piccante in primis, la ‘nduja un salame spalmabile che ti infuoca la bocca e la soppressata piccante, la liquirizia, la cipolla rossa di Tropea che è dolce e salutare.
Il bello di questi posti è che a pochi chilometri di distanza coesistano due diversi ambienti (mare e montagna), dove ci sono diverse tipi di cucine legate ai due territori. Da una parte in montagna ci sono le masserie (cascine e fattorie) dove si trovano i cibi cucinati come una volta con prodotti tipici e le cui materie prime sono di ottima qualità, prodotte localmente e di solito cucinate come facevano le nonne negli anni ‘50 e giù alla marina o scalo come dicono gli indigeni c’è il mar Ionio dove si mangia dell’ottimo pesce fresco che puoi acquistare sia in pescheria e sia dai pescatori al mattino presto quando rientrano dalla “strascicata” (tipo di pesca con le reti) se telo vuoi cucinare a casa e gustandolo con dell’ottimo vino locale, di cui vi parlerò più avanti.
Mi stavo dimenticando e non sia mai la contaminazione della cucina albanese, perché in questa zona ci sono parecchi paesi di origine albanese (non dovuti alla migrazione dei profughi all’inizio secolo), ma che si sono stabiliti alla fine del 1800. Unica menzione che faccio è quella del ristorante Kamastra a Civita, ai piedi del monte Pollino versante calabro, gestita dall’avvocato Filardi e dai suoi figli.
Ti ho fatto venire un pochino voglia di scoprirne i sapori e liberare le tue emozioni consapevolmente? Se la risposta è affermativa seguimi nei prossimi post in esclusiva per @mindfoodman
A presto. Roberto Colombo
Esploratore del gusto