Si buono, location stupenda, bella l’idea delle tre camere e una mano geniale dall’orto alla cucina… ma se il “Conto salato” rovinasse tutto?
Generalmente il sale è inteso come simbolo di saggezza e qui francamente ci sta questa associazione alla saggezza. Ci sta per Giovanni Ricciardella talentuoso e coraggioso chef e ci sta per noi tre allegri e baldanzosi clienti.
Parto da un presupposto: se il consumatore è attento ed il ristoratore corretto, al momento del conto non ci saranno mai sorprese. Quando uno di questi elementi viene a mancare, però, può sempre capitare che a fine pasto arrivi una “sgradita sorpresa”. La responsabilità è anche nostra e nessuno di noi ha tirato indietro la gamba.
Ma è davvero venuto a mancare qualcosa o il “Conto” rimane tale perché non ho percepito io qualcosa di tanto magico? Un conto è definito “salato” perché, in tempi non sospetti, il sale aveva un valore economico molto alto. Io Giovanni non ho capito molto bene qualche mossa e francamente credo che il mio giudizio sul valore della cena sia inficiato da queste incomprensioni.
Non discuto Carlo Cracco o chi attribuisce elevato valore a quei “plin ripieni all’ossubuco in salsa di zafferano” ma io la spinta non l’ho percepita.
Nella “Tua identità”, il tuo percorso di otto portate ho gustato delle idee, ho percepito la tradizione (il coniglio alla cacciatora) ma osservando la cifra finale a destra sono a rischio mal di stomaco.
Non possiamo permettere che il tuo talento, le vostre mani (metto anche quelle di papà nell’orto) e le materie prime del territorio vengano trasformate con cura e rimangano poi indigeste a freddo. La salinità è stata eccessiva Giovanni! Lo è stata sul pan brioches tostato con grasso di Wagyu dove la salsa teryaki copriva la dolcezza della carne e purtroppo lo è stata anche nell’aperitivo dal costo eccessivo.
Essa deriva da tanti aspetti che chi non ha un ristorante come il tuo, non può capire. Forse il tartufo usato ieri a me non comunicava e forse era solo la mia papilla gustativa ma a me permane il dubbio. Dubbio che voglio togliermi ancora!
Come nei mari, negli oceani cosi nei conti al ristorante, la salintà è effetto di tante cose; sfocia come l’atlantico nel Mediterraneo ed entra dallo Stretto di Gibilterra; viene spinta a sud dalla forte nostra richiesta d’assaggio della cotoletta di wagyu che arriva senza nemmeno chiederne il costo preventivamente proprio con un moto circolare centrifugo di chi approccia al mare caldo. Mare caldo SI & doccia fredda dopo.
Sono in prevalenza d’accordo con tutto il feedback sotto riportato dal mio amico Luca, commensale dapprima e recensore poi, ma c’è ancora una cosa stra-positiva che vorrei farti notare Giovanni: Il tuo pane era stratosferico.
Appena arrivato caldo ha colpito il mio cuore. Mai come ieri sera ho sentito del “Cibo fatto dall’uomo per l’uomo” e solo il fatto di non averlo mantenuto in campo per tutti i “90 minuti” della cena, ha lasciato spazio all’incertezza. Le fette successive subentrate al pane titolare non hanno reso gloria.
Concordo sul giudizio di Luca nella strepitosa melanzana; prima punta alla Morata! Hai una grande mano Giovanni pur non chiamandoti “Mike Maignan”.
Spero che la mia recensione e quella di Luca qui sotto siano per te un buon auspicio per la prima e magari anche per una seconda stile Inzaghi sponda opposta!
Ciao, tornerò da te avendo cura di essere più furbo e scaltro in area di rigore!
A presto LORENZO
Luca Cozzaglio – Ristorante “Cascina Vittoria”: Un’Esperienza Gastronomica da Non Perdere
Situato in una cornice incantevole, il ristorante “Cascina Vittoria” è un vero e proprio gioiello della gastronomia, con lo chef Giovanni Ricciardella che punta a ottenere la sua prima stella Michelin. La sua proposta di un menu degustazione di 8 portate è un viaggio sensoriale che merita di essere esplorato.
Location e Atmosfera:
La location è senza dubbio uno dei punti di forza del ristorante: immersa nella natura, offre un ambiente raffinato e accogliente, perfetto per una cena speciale. L’illuminazione soffusa e l’arredamento curato creano un’atmosfera intima, ideale per una serata tra amici.
Menu Degustazione:
Il menu degustazione di Ricciardella è una celebrazione della cucina italiana, con piatti che mostrano creatività e attenzione ai dettagli. Tra le otto portate, spicca la Millefoglie di melanzana e le tre consistenze del Parmigiano: caldo, freddo e croccante. Questo piatto è un capolavoro di equilibrio e gusto, dove ogni componente si unisce in un’armonia perfetta, rendendolo il migliore della serata.
Un’altra nota positiva è la Cotoletta di Wagyu, che si distingue per la qualità della carne e la sua preparazione. Tuttavia, il prezzo di 200€ potrebbe risultare un po’ eccessivo, soprattutto considerando le aspettative altissime che un ristorante di questo calibro suscita.
Servizio e Compagnia:
Il servizio, purtroppo, è un aspetto da rivedere. Sebbene il personale sia cordiale e disponibile, ci sono stati alcuni momenti di attesa che hanno un po’ intaccato l’esperienza complessiva. Speriamo che, con il tempo, queste piccole imperfezioni vengano corrette.
La compagnia ha sicuramente reso la serata indimenticabile: una cena con tre amici che hanno saputo apprezzare la qualità del cibo e l’atmosfera, trasformando un semplice pasto in un’esperienza memorabile.
Conclusione
In definitiva, “Cascina Vittoria” rappresenta una tappa obbligata per gli amanti della buona cucina. Con piatti innovativi e una location da sogno, l’unica cosa da migliorare è il servizio. Con un po’ di affinamento, Giovanni Ricciardella potrebbe ben presto ottenere la stella che merita.