Lo struzzo ci incoraggia a puntare in alto

Polli così grossi non s’erano mai visti prima: a metà dell’Ottocento, nel giardino zoologico di Firenze, Anatoli Demidoff, il figlio del ricco ambasciatore russo, dà il via all’allevamento dello struzzo in Italia.

Nonostante le sue ali enormi, lo struzzo è, per natura, incapace di volare. Per quanto ne dica, una delle più grandi compagnie costruttrice di smartphone, lo struzzo non vola ed i consumi della sua carne in Italia purtroppo stentano a decollare. Ma perché non mettere anche a loro un bel visore di realtà aumentata? 

Il pennuto protagonista di questa clip – che nel tentativo di beccare e inghiottire i residui di cibo rimasti su un tavolino indossa per sbaglio un visore per la realtà virtuale – dimostra che imparare a volare è possibile.

La carne di struzzo rappresenta un diversivo per le vostre serate carnivore ma in Italia si alleva ancora troppo poco. 

Secondo l’Istat, all’inizio del millenio esistevano in tutto lo Stivale ben 1425 allevamenti e gli esperti del settore valutavano un consumo interno annuo di carne di struzzo pari a circa 1.000 tonnellate.

we make what can’t we made – Facciamo quello che non possiamo fare

so you can do what can’t be done – in modo da poter fare quello che non può essere fatto. 

Do what you can’t – Fai quello che non puoi

Cosa succede se rifiuti di ascoltare ciò che “non può essere fatto?”

Il visore che si ritrova improvvisamente sul becco fa partire la magia. Sulle note della celebre “Rocket man” cantata da Elton John, il gigantesco pennuto si trova catapultato tra le nuvole. Una sensazione che lo spinge a correre tra gli altri struzzi, ad osare, a spingersi oltre ciò che è consentito. Fino a spiccare il volo. Fino a non percepire più quel congegno.

E mentre la sua ombra si staglia sulla steppa, sullo schermo compare lo slogan “Noi realizziamo quello che non può essere realizzato, affinché voi possiate fare quello che non può essere fatto”.

Poche calorie, pochissimi grassi ed un basso contenuto di colesterolo. Generalmente tendiamo ad associare la carne bianca agli uccelli ma in questo caso ci sbagliamo. Le carni di struzzo sono invece rosse e simili al filetto di bovino. 

La maggior parte della carne proviene dai muscoli delle cosce ed è particolarmente ricca in glicogeno, come quella di cavallo. Ha quindi un sapore dolce ed è estremamente indicata nell’infanzia, nell’adolescenza, ma anche per gli atleti. 

Quando riesco il sabato mattina mi fermo spesso al mercato Campagna Amica,  presso il consorzio Agrario di Milano in zona circonvallazione 90/91, lì ho conosciuto una produttrice; Alessandra. Lei mi ha convinto all’assaggio! 

Inizialmente,  come molti, ero davvero scettico ed ho effettuato i miei primi approcci alla cottura del filetto di struzzo traumatici.  Per forza di cose dovuto fare i miei errori, la carne dello struzzo è tenerissima ma attenzione alla cottura del filetto!  Una passata velocissima perché il rosso vivo è sinonimo di abbondanza di glicogeno e non vogliamo una suola di scarpa! 

Le proprietà benefiche ve le ho già raccontate nella pagina Instagram Mindfoodman ora vi lascio in calce un’idea creativa dal menù dell’agriturismo dell’azienda agricola che alleva struzzi  a Salvirola CR. (Il Cascinetto). 

Risotto con struzzo: Ingredienti per 4 persone

400 gr di polpa di struzzo macinata

300 gr di riso

100 gr di burro

5 cl  di olio d’oliva

80 gr di midollo di bue

una carota

una cipolla

1/2 bicchiere di vino bianco

20 gr di concentrato di pomodoro

2 litri di brodo vegetale

PREPARAZIONE:

Tritare e far soffriggere nel composto di burro e olio la carota e la cipolla. Unire la carne e farla cuocere bene, unire il vino e far evaporare; versare il riso al centro della casseruola, mescolarlo e farlo “tostare” nel fondo di cottura, abbassare la fiamma e aggiungere il midollo, amalgamando con un cucchiaio di legno. Dopo aggiungere il concentrato di pomodoro e cuocere per qualche minuto. Scaldare il brodo vegetale; versarne un mestolo nel riso in cottura a intervalli regolari continuando a mescolare. Servire il riso con il fondo di cottura cremoso.

Questa piccola favola è simile a questa immagine del calabrone, ha delle analogie utili a raccontare anche quanto la tecnologia abbia fatto, e stia continuando a fare, passi giganti. Puntiamo al digitale come lo struzzo alle briciole sul tavolo e proviamo l’impossibile come fossimo dei veri miracoli, dei grandi calabroni.  

Altro che infilare la testa sotto la sabbia, lo struzzo spalanca le sue ali e incoraggia tutti a puntare in alto, a superare i propri limiti, a non smettere di sognare. 

Quello che sembra irrealizzabile prenda vita, e inizia a volare con la propria fantasia.

Mindfoodman Lorenzo Natolino

Semplicemente Mindfoodman Un uomo che in cucina si prende consapevolmente cura di sè, della sua famiglia e dei suoi simili.