O rraù, il profumo della domenica

E’ domenica, una di quelle domeniche dove al mattino ti svegli con tutta calma (6:15 e Nik non perdona!); aspetti l’ora di pranzo giocando e riordinando (1000 volte gli stessi dannati omini rollinz Esselunga; mannaggia a lui e chi li ha inventati).
Oggi zero cucina! oggi andiamo tutti a pranzo da Giovanni e Claudia, colleghi di studio ed ora amici di Elena e spero anche nostri.
Giovanni e Claudia sono i classici fidanzati partenopei della porta accanto che anziché essersi conosciuti a castel dell’ovo hanno trovato molto, ma molto più romantico scambiarsi il loro primo bacio sul naviglio pavese. Poi, sempre perché sono romantici, hanno deciso di rimanerci per puro amore dei milanesi e dei loro ritmi caraibico-mondani.
Si certo, è andata cosi Nik!

Hanno scelto una bella casa, distante quanto basta dal centro, per non trasformare lo studio legale nella loro prima abitazione. Probabilmente per loro adesso, nella loro casetta ristrutturata ed arredata, vivere a Milano è diventato anche piacevole e non solo un obbligo lavorativo.

Ritrovarsi la domenica a tavola è inequivocabilmente tradizione; qui scatta il momento “amarcord”, la loro voglia di ritrovare sapore e calore familiare trova me e famiglia schierati a tre punte.
Abitano a pochi passi da casa nostra e nemmeno lo sapevo, cucinano benissimo e nemmeno lo sapevo, adorano i bambini e nemmeno lo sapevo! Terna!
Entrando a casa loro, il profumo è inequivocabile: “La indovino con due: O’Rraù” Quaterna!
Il ragú napoletano è molto diverso da tutti gli altri ragú di carne, pure ottimi, di cui è ricca la cucina italiana. E’ diverso per gli ingredienti, per la lunga preparazione, per l’estrema attenzione che richiede in quella tipica fase di preparazione che comincia dal macellaio quando fai la spesa.

Sophia Loren nel film “Sabato Domenica e Lunedì (1980).

Sinceramente lo avevo intuito dall’odore, quello preparato da Claudia: “È rraù, non carn’ ca pummarola“.  O rraù ca me piace a me m’ ‘o ffaceva sulo mammà, spiegava Eduardo De Filippo, indiscusso re della cucina partenopea, il profumo richiama la domenica, un rituale che dalla gastronomia sconfina nel legame più autentico che unisce un popolo al suo cibo.

Oltre al rraù, Giovanni e Claudia si sono spinti oltre, hanno utilizzato, dopo un abbondante antipasto, la mia pasta preferita: Lo Zito spezzato. Cinquina!


Dopo un congruo piatto di ziti al ragú si può anche non mangiare altro, fatta eccezione, come detto, per la carne del ragú, con un contorno di verdura cotta; proprio come a Napoli oggi vanno in onda i friarielli soffritti a crudo in padella con aglio, olio e peperoncino.

Noi a Milano li cuociamo e ricuociamo o li sostituiamo con bietole, spinaci e patate stufate.
Claudia e Giovanni non sanno nemmeno in che guaio si sono cacciati.

Non conoscono che nel mio taccuino delle idee ho, da meno di due mesi, avviato una raccolta di tutte le ricette del ragù napoletano.
Ogni benedetto napoletano che incontro gli chiedo se a casa sua, la sua adorata mamma è come la signora Priore in questo video:

 
Nella tua famiglia partenopea come viene cucinato il ragù? Con quale tecnica e quale ingrediente segreto?

Cortesemente puoi inviare a info@mindfoodman.it la ricetta della tua famiglia?

Ogni napoletano è consapevole che il risultato finale dipenderà quasi esclusivamente dalla sensibilità e dalla … mano calda del cuoco o della cuoca.
Ogni famiglia varia e decide di approcciare alla lenta cottura con ingredienti differenti. Forse sono solo i nomi degli ingredienti che cambiano; essendo pronunciati in napoletano è probabile che noi comuni foodlovers non ne comprendiamo la differenza.

Il mio impegno con voi sarà quello di riportarvi qui su www.mindfoodman.it entro il 31/12/2018 tutte le ricette e le varianti che avrò raccolto.
La mia idea chiaramente troverà terreno fertile nella prima settimana del ragù napoletano che si svolgerà dal 26/2 al 4/3 a Napoli. 
Insomma dopo una gran fetta di torta, amari, controamari danze con la maschera del lupo è TOMBOLA!
Abbiamo salutato Giovanni e Claudia sicuri che loro utilizzano lo stesso trucco di Antonino Cannavacciuolo: Ora che vivo con la mia famiglia sul lago d’Orta, riesco comunque a sentire il profumo dei limoni, quello del ragù di mia nonna, del pesce appena pescato.
Perché c’è un trucco, se avete radici salde, potete andare lontano quanto vi pare, ma la vostra terra sarà sempre dentro di voi.

Per chi trova passione nell’argomento: In termini di completezza informazioni vi segnalo questa ricetta del ragù napoletano: di Raffaele Bracale

Anche qui @Scattidigusto: la preparazione di una spledida ricetta con diagramma di flusso della preparazione. 


Mindfoodman Lorenzo Natolino

Semplicemente Mindfoodman Un uomo che in cucina si prende consapevolmente cura di sè, della sua famiglia e dei suoi simili.