Vivo a Milano e nella mia città è follia pura per questa eccellenza tutta abruzzese. L’Arrosticino!
L’arrosticino è una moda, è lo street food da vita mondana milanese, è ciò che incarna perfettamente lo spirito dello “stare insieme” delle sagre e dei barbecue di tutta Italia. I locali milanesi che oggi dedicano in carta il giusto spazio alla portata sono davvero tantissimi.
Vuoi un idea di quanti? — >LINK
Fin da piccolo ho mangiato arrosticini in alcuni paesi del Nord Italia ma appena lo racconti ad un abruzzese ti senti rispondere che non è la stessa cosa.
L’arrosticino è roba seria e va preparato e cucinato come gli abruzzesi comandano.
E come comandano gli Abruzzesi?
Pur avendo un papà macellaio, non ho molta competenza sulla carne ovina, ho iniziato ad apprezzare il suo splendido sapore solamente in età adulta; ho pensato quindi di chiedere aiuto al mio amico Marcello (Abruzzese DOC – DOP e pure DOG).
Lui mi ha detto solamente: “Nato, ti metto nelle mani del TOP! Il mago dell’arrosticino; Salvatore. Fagli tutte le domande che vuoi, lui è il vero esperto della preparazione, della vendita e della cottura in griglia ma prima ancora è selezionatore di carne direttamente dall’allevatore.
Se passate da Civitella Casanova (PE) passatelo a salutare anche per conto mio!
Fermatevi nel suo retro-bottega non ve ne pentirete:
Di Tillio Salvatore Macelleria – Via San Barnaba – Vestea PE
Da cibo umile riservato solo ai pastori e ai contadini, presto gli arrosticini si sono affermati come piatto tradizionale abruzzese che ogni emigrante portava con sè e faceva conoscere nel luogo dove si recava.
L’idea di rivolgermi a Salvatore è nata dal fatto che spesso gli arrosticini che troviamo qui al Nord sono oggetto di contraffazione; a volte sono piccoli piccoli e utilizzano carni provenienti dall’estero, penalizzando gli allevatori abruzzesi e snaturando la specificità regionale di questa specialità.
Salvatore mi ha spiegato che dopo la macellazione vengono tolte pelli e nervetti a mano e le carni vengono divise in tre macro famiglie: spalle, cosce e pancia. L’esatto mix di queste tre parti in ogni singolo stecchetto produrrà arrosticini più morbidi e profumati.
Salvatore non cade nelle mie provocazioni volte solo a vedere le sue reazioni: E’ abilissimo! Provo a portarlo fuori strada dicendogli: “Ma se facessimo un mix di carni e non solo la pecora per chi proprio non ama il sapore intenso?” Mi risponde: “Si, certo puoi pure farli di vitello, poi quando escono dal focone, sono più secchi che magri e non sanno de niente te li mangi tè!”.
Ecco le idee tradizionali non sono in discussione e tantomeno l’argomento cottura:
Non si ammettono varianti: “L’arrosticino deve essere cotto sul “focone o furnacella”;
“Lu fucon” come dicono a Montesilvano (a nord di Pescara). La canalina o focone, ha semplicemente le dimensioni e le misure della zona di cottura ottimale.
La brace: Prima di mettere gli arrosticini, i carboni devono bruciare bene fino a diventare di colore grigio/bianco: questo indica la temperatura ideale per la cottura,
La cottura: Gli arrosticini hanno bisogno di una cottura veloce: vanno girati una sola volta quando diventano “dorati” e poi ancora solo per 30 secondi sul primo lato. “Mai troppo cotti” perché diventano duri e secchi (soprattutto quelli fatti a mano).
Come variante beverage puoi abbinare della gazzosa insieme al Montepulciano d’Abruzzoe
BUON FERRAGOSTO SALVATORE!
dedicato a te, a Marcello e agli amici abruzzesi!