Una giornata perfetta

Ci sono giornate dove riesco a fare tutto alla perfezione, giornate dove mi accorgo che aver pianificato concretamente una pausa in quel momento era esattamente la cosa giusta da fare.

Ci sono giornate dove faccio della capacità organizzativa un capolavoro, traccio visite ed itinerari proficui e riesco ad incastrare in un tempo eccezionale un martedì sciistico con l’amico Nicola. Nicola mi accompagna nella nostra fuga liberatoria dalla frenesia della quotidianità. E’ con me artefice e protagonista di una giornata perfetta, una giornata dove qualsiasi cosa ha un senso.

Se penso ad una giornata perfetta sulla neve, penso a Sofia Goggia, il suo 21 Febbraio 2018 rimarrà una data impossibile da dimenticare: per la prima volta una sciatrice azzurra vince una discesa libera alle Olimpiadi invernali. In un’intervista a caldo del dopo-gara, dichiara: “Ho curato i dettagli, io che di solito sono una pasticciona. Non ho preso rischi, ho soltanto usato il cervello perché ogni tanto ce l’ho. Mi sono concentrata su un paio di punti. Sono stata una samurai. Non sarò mai la sciatrice che scende con classe, quando passo io faccio rumore come se suonassero mille chitarre. Ma sono così, e questo oro non mi cambierà”.

Un pensiero infine all’amica rivale Lindsey Vonn: “Sciatrice grandissima e grande persona e donna. Tutte si inchinano davanti a lei. E’ un onore gareggiare con lei. E siamo amiche, prendiamo un caffè insieme, parliamo del nostro lavoro. E allo sport fa bene”.

Il nostro 20 Marzo non sarà certamente cosi importante come quello di Sofia ma nel nostro piccolo abbiamo avuto la sensazione della giornata perfetta. La scelta della giornata infrasettimanale, la cura dei dettagli, la partenza da Milano senza traffico e l’arrivo in quota a Gressoney la Trinitè. Oggi il sole comincia molto presto a scaldare la neve che, nella gelata invernale notturna, si era compattata perfettamente. Tira quel filo di vento contrario che non permette al sole di scaldare troppo la fragile neve primaverile.

Tutta la mattina a cannone, direbbe Guido Meda, nemmeno il tempo per la pausa caffè fino a quando il cioccolato non basta più! Urge pit-baita-stop! 

Qui comincio a realizzare la pura perfezione della giornata! Prima che ogni evento cominci, ogni singolo punto venga assegnato e ogni traguardo venga tagliato, gli atleti più esperti hanno già vissuto la loro prestazione. Hanno visto la loro mano alzata, hanno già cantato l’inno nazionale e già percepito il peso della medaglia al collo. Ecco io per darvi l’idea del mio agonismo culinario oggi ho già visto la mia baita-stop a base di cucina valdostana.  

La cucina qui è da sempre poverissima, i piatti di pasta di semola di grano duro sono poco comuni, sostituiti principalmente dalla onnipresente polenta. La farina bianca di frumento quasi inesistente, anche il pane veniva fatto con farine di altri cereali più adatti alla coltivazione di alta quota ed è probabile che anche questi gnocchetti, in origine fossero fatti con farine diverse, adatte al clima e all’altitudine. Oggi decido consapevolmente di gustarmeli tracannandoci una bella birretta! Domani, a freddo, cercherò sul web tracce sul nome e sulla tradizione di questi Gnocchetti conditi con speck e fonduta di Gressoney.

Gnocchi Valdostani

Molto simili alle spatzle o meglio ai knopfle tradizionali tedeschi. Il web mi suggerisce:  Chnéffléné Walser con fonduta di Gressoney; la ricetta è praticamente identica con poche varianti:

500 grammi farina 

2 uova 

q.b. sale

200 grammi toma 

1 tuorlo  

2 bicchieri latte scremato

30 grammi burro

1/2 litro latte intero 

1 cucchiaio farina 

Inizia col riunire in una terrina 500 g di farina, 1/2 l di latte, le uova e un pizzico di sale. Lavora il mix con la frusta fino a ottenere una pastella omogenea, nella quale, una volta pronta, dovranno formarsi tante piccole bollicine. Lascia riposare per mezz’ora.

Prepara la fonduta: sciogli il burro in un pentolino, aggiungi 1 cucchiaio di farina sbattendo con la frusta. Unisci 2 bicchieri di latte caldo a filo e la toma di  Gressoney tagliata fine. Fai prendere bollore mescolando, poi togli il tegame dal fuoco, aggiungi il tuorlo, amalgama velocemente e passa la fonduta in un colino. Fai bollire 3 litri d’acqua salata e lasciaci cadere la pastella attraverso l’apposita grattugia a buchi grandi o una padella a fondo forato del tipo usato per arrostire le castagne. Scuoti l’utensile o striscia un coltello avanti e indietro sull’impasto in modo da agevolarne la discesa (nella grattugia è previsto un apposito elemento scorrevole). Otterrai tanti bottoncini di pasta che scolerai quando riemergeranno in superficie. Condiscili con la fonduta.   Fonte:(DONNA MODERNA WEB): LINK 

Per me e Nicola, anche l’arrivo di una nuvola alle 14:30, ad oscurare la mattinata di sole, ha raggiunto il suo pieno senso. Questa nuvola, sembra apparentemente guastare la pausa pranzo ma in realtà è utile quanto un buon grappino a fine pasto. Il suo “potere coprente” oscurerà il sole, proprio ora nel momento più caldo, per mantenere il manto nevoso compatto ed efficiente anche nella seconda parte della fantastica giornata. 

Alla prossima sciata Lorenzo!   

 

Per chi ama le tecniche di visualizzazione insegnate da psicologi dello sport e performance coach vi lascio l’intervista integrale di Sofia in questo link: https://youtu.be/_11FlV3uI84

Mindfoodman Lorenzo Natolino

Semplicemente Mindfoodman Un uomo che in cucina si prende consapevolmente cura di sè, della sua famiglia e dei suoi simili.