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I tramezzini sono una cosa seria

 

“I tramezzini sono una cosa seria Italo. Non si scherza col tramezzino. Pane bianco, rigorosamente bianco. Sono ammessi tonno, carciofini, pomodori, insalata di pollo, spinaci e mozzarella. Personalmente non amo gamberetti e formaggi e men che meno il prosciutto. Secondo me il tramezzino al prosciutto passa di diritto fra i toast. E la maionese deve” “essere fatta in casa, leggera e giallo chiaro. Ma soprattutto il tramezzino, e questo ficcatelo bene in testa una volta per tutte Italo, il tramezzino deve essere tenuto in fresco sotto i tovaglioli umidi. Se entri in un bar e li trovi avvolti nel cellophane scappa via! Non sono tramezzini. Sono cadaveri, roba in putrefazione! Il tramezzino deve riposare sotto il cotone umido.”

Questo brano è tratto da “Non è stagione” uno dei  bellissimi libri di Antonio Manzini in cui il protagonista, il famoso vice questore Rocco Schiavone, in “esilio” ad Aosta fa un perfetto ritratto del tramezzino parlandone con nostalgia ad un suo collaboratore.

In effetti Roma è da sempre la capitale indiscussa italiana del tramezzino, una prelibatezza sicuramente sottovalutata a Milano dove il “panino” la fa da padrone, ma che, in questi anni, ha conquistato anche i milanesi grazie al sito tramezzino.it che li ha fatti conoscere e apprezzare.

L’origine del tramezzino è però lontana da Roma, sicuramente è da attribuire a Lord Sandwich, un nobile inglese che a metà dell’800 era talmente preso dal gioco da non riuscire ad abbandonare il tavolo verde neanche per mangiare. Chiese di farsi servire l’arrosto di carne tra due fette di pane imburrato. Fu subito evidente la portata di questa intuizione, quali accostamenti, fino al capolavoro del più celebre degli eredi dell’antenato londinese, il Club Sandwich.

 

 

Sull’origine del re dei tramezzini ci sono invece, come sempre, più versioni, ma la più accreditata è quella che ci porta nel 1894 a Saratoga Springs, nello stato di New York, nelle cucine di un club esclusivo per uomini ricchi, il Saratoga Club House.

Sandwich

Sandwich

Non si conoscono i dettagli della storia, ma si conoscono innumerevoli versioni del Club Sandwich, con burro o con maionese, con pollo o con tacchino, con frittata o con uovo strapazzato o senza uova. Una cosa non può mancare, mai: il bacon croccante, vero re di questa prelibatezza.

Vediamo come si prepara la versione più famosa:

Servono due fette di pan carré, delle fettine di bacon croccante, del burro, petto di pollo grigliato, due pomodori, della lattuga e maionese. Bisogna tagliare il pane forma di triangoli che verranno poi tostati e su cui verrà spalmato del burro. Successivamente si mette del bacon, il pollo, una fettina di pomodoro e qualche foglia di lattugae maionese. Successivamente si chiude il tutto con un’ altra fetta di pane e si ricomincia per ottenere un secondo strato di ingredienti, Uno stecchino terrà a bada tutti gli ingredienti all’interno del pane.  Molti locali lo servono con patatine chips.

Quando viaggiavo molto all’estero per lavoro avevo preso l’abitudine di ordinare il Club Sandwich al Room Service e gustarmelo in camera con una birra ghiacciata. Era diventato un modo con cui giudicavo un hotel, ho saputo anni dopo che negli Stati Uniti esiste una guida ai migliori hotel del paese dove uno dei punti più importanti è il giudizio sui Club Sandwich serviti in camera!

Se per Riccardo il giudizio di un Hotel passava dal gusto di un Club Sandwich, per Mindfoodman oggi un elemento imprescindibile è il servizio  svolto direttamente al meeting, il cosi detto “Delivery”;  molto di più di una semplice consegna a domicilio!

L’obiettivo principale è rendere la pausa pranzo o il coffee break di una riunione un momento gourmet completo, raffinato e pulito;  mangiarlo senza sporcarsi avendo tutto a portata di mano è un elemento fondamentale ecco perché nel packaging nulla è lasciato al caso.

Nemmeno la firma di Chiara sull’etichetta rossa in copertina!

Ps: Grazie a Chiara e a Riccardo per la vostra continua collaborazione nella collana “Tra storia realtà e leggenda”

 

 

 

 

Mindfoodman Lorenzo Natolino

Semplicemente Mindfoodman Un uomo che in cucina si prende consapevolmente cura di sè, della sua famiglia e dei suoi simili.