C’è l’odore di cannella da spruzzar sulla frittella, poi c’è quello di piadina che fa venire l’acquolina.
Più che un post, questo è un autentico viaggio infatti possiamo inserirlo di fatto nella nostra credenza “Trip Emotions”, da ormai 10 giorni sono in vacanza proprio qui a Cattolica in Romagna e quindi mi sembra bello raccontarvi la cultura di un territorio attraverso l’autenticità di una personaggio che mi sta particolarmente simpatico: Aldo Drudi, per chi non lo conoscesse è un uomo che da 35 anni lavora dietro alle quinte del motomondiale (ricordi i caschi di Valentino Rossi? È l’autore dei disegni e della messa in scena) ed ha una passione smisurata per la piadina.
Proprio ora, in piena epoca digitale, c’è proprio la necessità di creare nuove figure professionali e fa decollare nuove professioni; di Aldo e della Romagna mi colpisce proprio questo. Vi consiglio di prendervi 7 minuti per osservarlo e prendere nuovi spunti per fare al meglio la vostra attività quotidiana, qualsiasi essa sia. ALDO DRUDI La sua, come la nostra, è una filosofia, una storia di condivisione tra amici, una storia di “Networking della prima repubblica”. Nel 1982 non lo chiamavano networking, ma esisteva già era la “rete dei contatti”, con un’idea folgorante e una giusta rete di contatti potevi lanciarti alla conquista della tua nicchia di mercato. Certo questa è una terra splendida per ricreare la propria nicchia, trionfo di grandi lavoratori ma anche di motori e soprattutto di sapori.
Aver sposato una ragazza di Cattolica per me è un’occasione per scoprire passioni, prodotti e luoghi non conosciuti dai turisti, percorsi alternativi da fare in moto, con una mappa, che segnala i tanti artigiani che in questa terra lavorano creando nelle loro botteghe prodotti di eccellenza. Passioni da scoprire e vivere.
Cosi, oggi mi sono preso una moto a noleggio e via, voglio cavalcare la “Strada della romagna” da Cattolica a Saludecio, da Mondaino fino ad Urbino e ritorno su Tavullia e Gradara.
Un gran bel giro per assaporare una qualità della vita che passa anche per il cibo, che passa anche per la semplicità del pane quotidiano del romagnolo, LA PIADA e LA CRESCIA di Urbino.
La piada è una delle più grandi origini dell’alimento stradale, è il cibo di strada per eccellenza e soprattutto non c’è una piada identica per tutti i paesi, è un segno distintivo di ogni zona Romagnola. Ognuna diversa, come diversa la storia degli ingredienti che la compongono, farina, strutto, sale e acqua per fare una buona piadina non serve nient’altro; per cuocerla a dovere, poi, servono un testo – cioè una teglia di argilla – e un’arola, cioè un focolare all’interno del camino.
Sembra facile, ma non lo è e forse adesso qualche lettore pesarese troverà modo di “venderci” la sua come la migliore e l’originale! Non vorrei certo trovarmi arbitro nella “bagarre” della piada, che ho appena scatenato! Chi meglio della Lella può darci qualche consiglio e giudicare?
Ogni romagnolo ha la sua idea in proposito: tutte le famiglie hanno la loro personalissima ricetta e c’è chi all’impasto aggiunge latte e chi bicarbonato o persino una punta di lievito; c’è chi sostituisce lo strutto con l’olio d’oliva; c’è chi stende l’impasto alto un velo e chi un dito. Analogo discorso per i cassoni, cioè una piada ripiegata su se stessa a mezza luna e farcita prima della cottura. Comunque c’è una cosa che li mette tutti d’accordo, quello che ho potuto notare, è che per loro la piada è una simpatica consuetudine è l’elemento atmosfera conviviale che è molto di più di un “cibo di strada” è quello che ci vuole per ricreare un sano ambiente familiare. Buona piada a tutti!
Giovanni Pascoli così la canta: Ed ecco liscia come un foglio, e grande come la luna; / e sulle aperte mani tu me l’arrechi, e me l’adagi molle sul testo caldo. / Io, la giro, e le attizzo con le molle il fuoco sotto, fin che stride invasa dal calor mite, e si rigonfia in bolle / e l’odore del pane empie la casa
Per chi desidera approfondire:
Link: La piadina migliore d’Italia
Link: Aldo Drudi