Quando viaggio con mia moglie Elena capisco il vero segreto dell’amare e del viaggiare.
L’enogastronomia, lo ammetto, è il motore del nostro viaggiare ma non è l’unico componente essenziale dell’armonia!
“Mangiare è incorporare un territorio” lo ha detto Jean Brunhes (1869-1930);
lui è stato un geografo e sociologo francese, noto per il suo lavoro sulla geografia umana noi siamo dei viaggiatori meno colti ma più coinvolti. Lui, sosteneva che “mangiare è incorporare un territorio”, enfatizzando come la cucina di un luogo rifletta la sua identità culturale.
La cucina ed il vino sono uno dei principali mezzi per raccontare l’identità del territorio visitato oggi.
La Franciacorta, la ricchezza del territorio si riflette anche nel manzo all’olio, un piatto tradizionale dell’entroterra, in particolare di Rovato provato stasera. Si tratta di una ricetta rustica, originaria della cucina povera, ancora amata oggi. Questo manzo all’olio provato oggi al ristorante locanda “Al Dossello” mi ha sorpreso per la sua “grassezza leggera”.
Questa “grassezza leggera” senza ombra di dubbio è legata l’uso di ingredienti “grassi” di qualità o in particolare dalla vena corposa della carne di manzo “cappello del prete”.
La carne è stata rosolata e cotta lentamente in acqua e olio, ottenendo un piatto ricco e saporito, perfetto da accompagnare con un Franciacorta Riserva o Rosé.
Ricetta per 6 persone
Ingredienti: 1 kg di carne “cappello del prete”, 200 g di olio extravergine d’oliva, 1 spicchio d’aglio, 3-4 acciughe, prezzemolo, pane grattugiato, formaggio grattugiato, capperi, sale.
Preparazione: Infarinare la carne e metterla in un tegame con acqua, olio, acciughe e sale. Cuocere per circa 3 ore, aggiungendo prezzemolo e aglio tritato. Dopo averla lasciata riposare in frigorifero per 12 ore, scaldarla con la salsa preparata, servendola con polenta calda o verdure.
Questo piatto è equilibrato e saporito, con una consistenza ricca e un retrogusto delicato.