La puttanesca

“Aulive e cchiapparielle” – La puttanesca

 

La copertina di Chiara oggi svela quasi tutto, in evidenza tutti gli ingredienti e le componenti di piatto storico della cucina italiana e partenopea. Riccardo, con l’originalità della sua scrittura ci mette tutto il resto, ecco quello che può fare Mindfoodman è apparecchiare la tavola richiamando commensali. Avanti!   

ingredienti

ingredienti

La puttanesca è un piatto con un rapporto semplicità/bontà a dir poco imbarazzante, si prepara in un attimo, mentre cuoce la pasta, preferibilmente spaghetti o linguine, si fa soffriggere uno spicchio d’aglio nell’olio e si aggiungono i pelati, tagliati a pezzettini. Dopo circa cinque minuti si aggiunge qualche acciuga spezzettata, dei capperi dissalati, delle olive nere e un po’ di peperoncino e si fa cuocere la salsa fino a che la pasta si cotta al dente. Una volta scolati gli spaghetti basta farli saltare in padella nel sugo con un po’ di acqua di cottura. Aggiungere prezzemolo e servire.

Semplice, anzi semplicissimo, risulta invece complesso ricostruire l’origine del nome, un nome onestamente strano. Mia mamma la chiamava la pasta “come la fa Gigi” un amico napoletano che le aveva insegnato, negli anni sessanta, questa ricetta, perché, erano altri tempi, si vergognava di usare il vero nome in presenza di un bambino.

Oltre al favoloso spunto di Nino Manfredi, esistono  varie versioni, tutte plausibili, alcune più accattivanti, altre più realistiche; libertà ad ogni lettore di scegliere quella che più preferisce.

Le prime tre sono state raccolte da Arthur Schwartz nel suo libro “Naples at table” mentre la quarta da Carola Francesconi nel suo libro “La Cucina Napoletana ” .

Ecco le quattro storie con un titolo e un piccolo commento che mi sono premesso di aggiungere

1)     POCA FANTASIA

Il proprietario di una casa di appuntamenti nei Quartieri Spagnoli, era solito rifocillare i propri ospiti con questo piatto, sfruttandone la rapidità e la facilità di preparazione.

 Versione credibile ma poco affascinante, quasi scontata.

2)     BOLLINO ROSSO

Altre fonti fanno riferimento agli indumenti intimi delle ragazze della stessa casa che, per attirare e allettare l’occhio del cliente, indossavano probabilmente biancheria di ogni tipo, di colori e ricca di promettenti trasparenze. I tanti colori di questo abbigliamento si ritroverebbero nell’omonima salsa: il verde del prezzemolo, il rosso dei pomodori, il viola scuro delle olive, il grigio-verde dei capperi, la tinta granato dei peperoncini.

 Ricostruzione ardita e voyeuristica adatta ad un pubblico adulto.

3)     ESTEROFILA

Altri sostengono che l’origine del nome sia da attribuire alla fantasia di una ragazza di vita, Yvette la Francese, che si ispirò alle proprie origini provenzali inventando questo sugo con ingredienti tipici della cucina della sua terra.

 Yvette era sicuramente una donna intelligente e piena di ironia, che forse sfruttò per celebrare, attraverso il nome di questo piatto, la professione più antica del mondo. 

4)     PITTORESCA

Subito dopo la seconda guerra mondiale, a Ischia, il pittore Eduardo Colucci per qualche ignoto motivo, arricchì e ribattezzò i maccheroni alla marinara con il nome puttanesca. 

Colucci, che amava contornarsi di amici, soggiornava d’estate a Punta Mulino, uno degli angoli più pittoreschi di Ischia, in una rustica e minuscola casa: una camera con cucinino e un ampio terrazzo in mezzo al quale si innalzava un albero di ulivo. 

Oltre ai consueti più intimi amici, capitavano sulla sua terrazza anche personalità italiane e straniere. E lui, dopo aver offerto come aperitivo un fresco e genuino vinello d’Ischia, improvvisava spesso una cenetta a base di questi maccheroni che erano la sua specialità.

Questa ricostruzione sembra molto realistica. Rimane il dubbio sulla scelta del nome, forse il Colucci conosceva bene certe sue ospiti o le frequentazioni dei sui ospiti.

piatto

piatto

Ora sta a voi decidere quale sia la storia più credibile o quella più divertente, io chiudo come finivano le favole che ascoltavo da piccolo, quando mangiavo la pasta “come la fa Gigi”:

“Stretta la foglia, larga la via, dite la vostra che ho detto la mia”

Da #Mindfoodman www.mindfoodman.it di venerdì 28 settembre 2018

—> se davvero questo post ti è piaciuto… CONDIVIDILO! – SHARE THIS POST <—

Mindfoodman Lorenzo Natolino

Semplicemente Mindfoodman Un uomo che in cucina si prende consapevolmente cura di sè, della sua famiglia e dei suoi simili.