Il problema non è l’età, è la paura!

Ci siamo, è arrivato il 29/12 tanto atteso ed il miglior regalo che posso concedermi è annullare il continuo movimento milanese fermandomi qui a Cattolica ad osservare il “problema”.  E’ meraviglioso chiamare così un compleanno, mi riservo il diritto di farlo fino alla fine di questo post ma sappiate da subito che non ho un problema con l’età.  

Mi divertirò un pochino attraverso delle figure e delle icone che rendono, hanno reso e renderanno così ispirato il mio cammino. Insieme faremo di una paura una grande festa. Sì, voglio iniziare da qui. 

1. MIND La mia mente, che mi permette di creare e focalizzare le emozioni ma anche la paura di sbagliare ancora.  Tu Vasco, che in Modena Park hai racchiuso quarant’anni di carriera e hai deciso di continuare a camminare spedito verso il domani, hai scelto di sconfiggere ed esorcizzare la paura con un concerto epocale: sei semplicemente un socio ideale per Mindfoodman. “Perché piaci cosi tanto?”  “Perché piaccio? Perché canto quello che canterebbero loro se non lo cantassi io, perché hanno paura del buio e, come me, per farsi coraggio, cantano”.   

Un giorno quasi normale, in un anno di grande maturità e crescita dove mi sono sentito spesso come nel video qui sotto: “come in curva attaccato al volante, pensare di non farcela ma poi sono sempre riuscito a fare la curva!”.

Ho un po’ meno paura ora, ho capito che nonostante i quaranta suonati ho una vita da disegnare con mille possibili soluzioni e tanto amore da colorare e condividere con mia moglie Elena e mio figlio Nicolò.

Il problema non è l’età è la paura di sbagliare ancora. Quando arrivi qui di solito fai il bilancio: conti i capelli, verifichi che tutto funzioni, ti sinceri che sia possibile fare ancora colazione con un toast e il resto. Penso di poter essere un perfetto cuoco per la combriccola, uno che ha detto NO ogni tanto e ha pagato anche il prezzo.

2. FOOD La mia passione, che mi permette di cucinare con la gioia nel cuore e di sentire meno la fatica.  Poche ore fa è scomparso Gualtiero Marchesi, il grande chef che ha nobilitato la cucina di tutti i giorni. Dedico anche a lui un soffio alle mie candeline.

A Milano, nel 1977  (mio anno di nascita), hai iniziato una rivoluzione lunga quarant’anni. Grazie per ciò che mi hai trasmesso personalmente e grazie di avermi dedicato del tempo, ho visto con i miei occhi quello che tutti gli chef e giornalisti raccontano di te. Ho percepito ascoltandoti che la passione merita di essere cavalcata sempre a qualsiasi costo.

Se i tuoi piatti sono noti (pensiamo al raviolo aperto o al risotto allo zafferano), meno conosciuta è stata la tua passione per la musica.  «La musica classica è così importante nella mia vita che mi sono “contornato” di musicisti: mia moglie Antonietta è pianista, mia figlia Simona è arpista e i miei nipoti suonano tutti». GUALTIERO MARCHESI 

3. MAN La mia creatività, che mi permette di vivere un cambiamento come un’opportunità e non come una minaccia. Se in passato ho pianificato troppo mi sono anche spesso irrigidito, oggi rimanere più dinamico e flessibile è una vera sfida alla Michael Jordan, l’unico giocatore con più di 40 anni ad aver realizzato più di 40 punti in un incontro NBA.  Richiederà agilità e forse anche un dimagrimento. (Pericolooo  direbbe Sandro Piccinini..  rischio grosso.. dichiarazione di intenti su un blog!).

A volte bisogna ammettere che le previsioni erano sbagliate, buttare via tutto e impostare nuove strategie. Mi sono concesso il mio diritto all’errore; sono tornato su strada, dove il problema non è il problema ma spesso solo una quotidianità da affrontare, ho scoperto che se stai sul problema e lo ascolti, trovi anche una soluzione.  

Fidarsi delle proprie idee, della propria pancia non è poi cosi male, per costruirsi un piano B e (se serve) anche un piano C. Ora voglio aiutare chi mi è più vicino a farlo e voglio aiutare Nicolò a crescere con i propri errori, i propri problemi e le proprie soluzioni.  

Michael Jordan

“Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Trentasei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto. La carriera non è un fine è un mezzo per sbagliare molte volte e poi vincere tutto alla fine”. MICHAEL JORDAN 

Tanti auguri Lorenzo, hai trasformato ancora una volta un problema in una opportunità.

Libero di volare, libero di sbagliare:  buona festa a te! 

Mindfoodman Lorenzo Natolino

Semplicemente Mindfoodman Un uomo che in cucina si prende consapevolmente cura di sè, della sua famiglia e dei suoi simili.