Nuovo appuntamento con le Foodies Interview, oggi tocca ad Andrea, Mr. Razza77, il titolo giuro l’ho trovato alla prima lettura delle tue risposte!
Non tocco nulla, lascio scorrere la tua passione e la tua energia positiva, solo attraverso di essa potrai condurre i miei lettori a scoprire come rinasce un riso storico e per mezzo di chi.
Ora non voglio bruciare nulla del tuo articolo, ma posso dirti che nella citazione di Collodi, mi ci ritrovi in pieno! Sempre costantemente fuori dalla confort-zone, più o meno come Marquez in sella alla sua Honda. Buona lettura!
MFM: Chi è Andrea? presentati e trasmettici l’emozione di conoscerti. Descriviti con una frase, una citazione o un testo libero; quale e perché la tua scelta?
A: Andrea è un ragazzo, “uomo” è un ruolo che ancora non sento di interpretare, di 32 anni, ingegnere aeronautico presso una importante realtà internazionale, accompagnato nella vita da una ragazza meravigliosa di nome Federica e con la fortuna di essere nato e cresciuto in una piccola realtà contadina ma con la formazione della grande città.
Nulla di straordinario quindi, se non che indubbiamente durante i miei anni di università mai avrei immaginato in futuro di trovarmi ad essere intervistato da un blogger; eppure, se ripenso a tutti i passi che mi hanno condotto a questo punto, direi che non sarebbe potuto essere diversamente: la mia formazione scientifica e soprattutto “ingegneristica” deriva da una innata razionalità di approccio a tutto ciò che faccio, ma questo non significa che non sia in grado di apprezzare stupore, follia e creatività.
Ed ecco che allora divento attore di teatro amatoriale, volontario e guida presso il locale Museo Etnografico di Tornaco (che vi consiglio di visitare), restauratore di mobili e oggetti vintage, collezionista di opere di artisti emergenti, amante dei lunghi trekking sulle montagne della mia amata Valsesia e appassionato di un progetto imprenditoriale dallo strano nome: Razza77.
E l’aspetto curioso è che ciascuna di queste attività, incluso il mio lavoro, mi hanno portato a questo momento e ancora più entusiasmante è il fatto che non so dove mi porteranno nel prossimo futuro.
Ecco allora la prima delle citazioni che mi rappresentano e da cui vorrei sempre trarre insegnamento perchè consente di guardare al futuro con mente aperta:
“You can’t connect the dots looking forward; you can only connect them looking backward. So you have to trust that the dots will somehow connect in your future.” (Steve Jobs)
Sto lentamente imparando come ciò che siamo sia il frutto delle nostre azioni ed attività, non tanto per le azioni e attività in se stesse, ma per le interazioni e le persone che quelle azioni ed attività ci portano ad intrecciare e conoscere; sono loro, le loro esperienze, le loro conoscenze, la loro fiducia e i loro stimoli a farci crescere, a mostrarci il mondo con una prospettiva differente arricchendo la nostra. Mi nutro allora di questa crescita spinta dalla curiosità di conoscere e capire.
Un’altra citazione che mi indica sempre la via arriva da un libro per bambini, che riletto con gli occhi di un adulto, rivela in realtà delle sconcertanti e scomode verità:
“Insegui ciò che ami, o finirai per amare ciò che trovi” dalle “Avventure di Pinocchio” di Carlo Collodi.
Può essere interpretata come uno stimolo ad inseguire i propri sogni, ma per me il suo messaggio è ancora più sottile soprattutto per gli adulti: si tratta di un avvertimento a non “sedersi”, a non dare mai la propria condizione per scontata, sia essa una storia d’amore o un lavoro o uno sport o hobby. La tentazione a rifugiarsi nella propria “comfort zone”, soprattutto una volta raggiunto un certo status (famiglia, lavoro, casa), è sempre molto forte e ci si dimentica così molto facilmente di domandarsi quotidianamente se quello che facciamo è davvero quello che vorremmo e, quando la risposta è negativa, tendiamo ad accampare innumerevoli scuse per non essere stati autori del cambiamento. So che posso sempre cadere facilmente in questo tranello ed ecco che la frase di Collodi è per me di monito.
Con questo spirito mi sono buttato nell’impresa del Razza77 e con questo spirito mi sono avvicinato allo sconosciuto mondo della cucina.
Nel nostro (mio e di Federica) frigorifero non può mancare il formaggio perchè sono un fan di qualsiasi formaggio; abbiamo la fortuna di vivere in uno dei paesi al mondo con la più ampia varietà di formaggi e trovo questa varietà un perfetto specchio della straordinaria moltitudine di prodotti dalla qualità eccezionale che il nostro Paese può offrire.
In dispensa poi ovviamente non può mai mancare il riso Razza77, altrimenti corro a comprarlo qui: LINK
MFM: La qualità che preferisci in una donna? Stasera devi cucinare nel tuo ipotetico locale, quali caratteristiche avrà la tua brigata o il tuo partner ai fornelli?
A: L’essere sempre un passo avanti all’uomo, soprattutto al suo uomo. Mi sto sempre più rendendo conto di come noi “uomini” potremmo davvero poco, anche nei nostri progetti, senza una donna al nostro fianco che ci dia il proprio supporto, tradotto in consigli, aiuto pratico e incoraggiamento. Se non è la compagna è spesso la madre, ma in generale la donna, anche se non siamo molto inclini ad ammetterlo, è sempre lì come ad attenderci al varco. Le cose migliori le facciamo per conquistare una donna e anche cucinare rientra spesso fra quelle cose.
La cucina è sempre un gesto per gli altri. Tu come la vivi? Cucini per te stesso?
Infatti, come volevasi dimostrare, io non cucino per me stesso, ma solo per fare sorprese a Federica. A dire il vero, in casa è lei la regina indiscussa dei fornelli e io sono solo il suo sous-chef; per esempio, ogni risotto o ricetta a base di riso Razza77 è il frutto del mix fra mie idee, e suoi aggiustamenti per ottenere piatti equilibrati. Il progetto Razza77 ci ha fatto divenire complici anche in cucina.
Quotidianamente Federica cucina per me con un gesto di amore che si rinnova ogni giorno; quando ci sono ospiti facciamo squadra così come siamo squadra nel progetto Razza77, poichè senza il suo aiuto non potrei nulla.
LINK ricetta di Federica e Andrea: Riso e Latte alla piemontese
In tal senso, noi cuciniamo per noi stessi in termini pratici, ma in realtà lo facciamo per tutti coloro che vedranno il nostro piatto e leggeranno magari del Razza77 perchè, in fondo, il risotto forse più di altri piatti è social per definizione: difficilmente ti fai un risotto da solo, lo fai per conquistare una donna perchè è un piatto che molti credono difficile, oppure quando hai ospiti. Per noi il risotto è sinonimo di convivialità e complicità in cucina.
Se anche tu vuoi provare a cucinare una ricetta con il #razza77, mettiti ai fornelli e invia le foto della tua creazione a: lericettedirazza@razza77.it o info@mindfoodman.it sarà mia cura girarla ad Andrea.
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Da #Mindfoodman www.mindfoodman.it di venerdì 1 Marzo 2019